Just so Stories

Di come è nata NeroVite, di cosa è per me fare fumetti e del nuovo sito in cui ti trovi.

Ormai qualche mese fa, mi rendevo conto che era decisamente necessario dare una ristrutturata alla mia casa online. Oggi, dopo un lungo periodo di grandi pulizie, il sito torna attivo e si arricchisce della sezione blog di cui stai leggendo le parole dell’articolo zero.
Ho pensato di usare questo piccolo spazio inaugurale per darti il benvenuto e per raccontarti brevemente come e perché sono arrivata fino a qui.

Disegno fumetti da quando ero piccola, come spesso succede a chi fa questo lavoro, ma è stato solo sei anni fa che ho pensato per la prima volta di voler fare un libro. E non volevo solo disegnarlo, ma stamparlo e tutto quanto il resto, perché volevo capire come si faceva un libro dall’inizio alla fine e perché non ne potevo più di disegnare solo per me, ma volevo farlo anche per gli altri. Ero proprio stanca di restare a guardare: dopo tre mesi, il libro era tra le mie mani. È così che è nata NeroVite, la mia etichetta di autoproduzione editoriale, senza alcuna premeditazione e da un giorno all’altro. Non ho mai più fatto qualcosa in così poco tempo e con tanta foga.

Penso che la cosa più complicata sia stata trovare un nome per il mio progetto. Non sapevo da dove cominciare, ma capivo che avere un buon nome è importante, dato che solo con un nome puoi avere una vita dove «tutto ciò che succede è reale e ha significato perché succede a te e a nessun altro»1.
In quel periodo usavo i pastelli a olio e prediligevo pochissimi colori: un bianco, un nero, un rosso, due marroni e il grigio che ottenevo mescolando nero e bianco. Gli stick di nero finivano sempre prima degli altri, perciò era da lì che dovevo iniziare a cercare. Sono andata a controllare tutte le varianti di nero catalogate, il loro nome e le loro caratteristiche e ad un certo punto sono incappata nel nero vite, un pigmento noto già nell’antica Grecia che viene ricavato dalla carbonizzazione dei tralci di vite. Il nome era breve e d’effetto, suggeriva qualcosa di naturale e antico e slegato dal tempo, proprio tutto quello che stavo cercando. Avevo trovato il giusto colore e di conseguenza il nome migliore per il mio progetto e penso sia stato per questo motivo che la gente ha iniziato a chiamare così anche me, non solo i miei libri. Come ho scritto, il nome è una faccenda seria e questo lo dimostra. E così per un lungo periodo ho adottato anche per me il nome che avevo pensato per raccogliere i miei racconti.

Quando ho fondato NeroVite, ho pensato subito ad una sorta di sottotitolo, una specie di motto: Just so Stories. Mi piaceva il sapore cristallino di quelle parole che avevo scoperto per caso in una bancarella di libri a metà prezzo sul lungomare. Erano il titolo di una raccolta di racconti di Kipling e in italiano erano state tradotte come Storie proprio così. Storie, allora non lo sapevo, ma col tempo ho capito che il punto di ogni cosa che faccio è sempre quello.

Io voglio raccontare e desidero farlo in un certo modo e il fumetto è lo strumento che preferisco per avere a che fare con le storie. Posso proprio dire che, se Atena ha gli occhi della nottola dalla sua parte, io sulla mia spalla ho Woodstock. E lui sa pure volare a testa in giù, avete presente che meraviglia?

1. TOVE JANSSON, Racconti dalla Valle dei Mumin, Salani, pag. 25

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